Lo snowboard freestyle: tutti pazzi per i triks

L’arte di eseguire evoluzioni spettacolari, salti pazzeschi e manovre acrobatiche colpisce anche lo snowboard con un’apposita disciplina che si chiama freestyle e che ad oggi è una delle più apprezzate sulle piste innevate. Vediamo in che consiste, dove si pratica e come si è sviluppata negli ultimi anni.

L'obiettivo dello snowboard freestyle è di eseguire manovre ed evoluzioni sfruttando la conformazione del terreno o le strutture artificiali, come per esempio salti, ringhiere, piattaforme, etc.). Per la pratica di questa disciplina molte stazioni sciistiche mettono a disposizione zone appositamente progettate dette “snowpark”. La componente freestyle dello snowboard si è aggiunta quasi in contemporanea alla nascita di questa meravigliosa disciplina di montagna che ha visto le sue origini a cavallo tra gli Anni 60 e 70 negli Stati Uniti. Oltre alla capacità di scendere piste e pendii innevati gestendo la tavola e dando il massimo delle prestazioni, i riders hanno così iniziato a sviluppare manovre creative affidate all’inventiva personale e soprattutto firmate da uno stile preciso e unico.

Nello snowboard freestyle infatti la performance del praticante si esprime attraverso il suo repertorio di cosiddetti “tricks”, ossia le manovre e i salti acrobatici che rappresentano una vera sfida alle leggi della fisica e sono assolutamente spettacolari da ammirare. Lo snowboard freestyle ha molto in comune con lo skateboard, disciplina dalla quale eredita strutture, come per esempio l'half-pipe o i rail.

Il numero di figure che è possibile eseguire è pressoché illimitato, anche se con il passare degli anni si è cristallizzato una sorta di decalogo base e avanzato non immune peraltro da una serie di mode e tendenze che hanno caratterizzato le competizioni nelle varie stagioni invernali. Ancora oggi tuttavia i limiti di questa disciplina sono molto distanti dall’essere raggiunti, sia da un punto di vista tecnico che di stile di esecuzione.

Le discipline dello snowboard freestyle

Lo snowboard freestyle si sviluppa in tre discipline ufficiali che hanno tutte raggiunto lo status prestigioso di sport olimpico. Si parte dall’Half Pipe, la disciplina regina dello sport e in qualche modo la più classica. Si tratta di un mezzo tubo di neve, in pratica una trasposizione di un “vert” da skate, lungo qualche centinaio di metri dove lo snowboarder esegue dai 5 ai 7 tricks tutti diversi e tutti eseguiti di fila e senza interruzioni. C’è poi lo Slopestyle, ossia un insieme di salti e altri ostacoli vari che danno opzioni più o meno illimitate allo snowboarder in gara. Una competizione di Slopestyle è molto divertente da seguire perché i tricks e la scelta delle strutture è diversa per ogni atleta e quindi è un’esperienza sempre nuova e appagante. Infine c’è la disciplina del Big Air, la più recente di tutte. In questo caso il rider esegue un salto singolo ma sempre molto grande, in modo da spingere ai limiti la difficoltà e la spettacolarità dei tricks che propone. Questa è forse la specialità dello snowboard freestyle più popolare: non a caso le gare di Coppa del Mondo della disciplina vengono in genere organizzate in città dove il pubblico può ammirare da vicino le varie evoluzioni direttamente dalla piazza o allo stadio. Oltre alle tre discipline olimpiche ufficiali, spesso vengono organizzati eventi e gare con discipline differenti, tutte estremamente divertenti da fare o da guardare.

Tricks che richiedono tanto allenamento

Per quanto riguarda la preparazione e l’allenamento allo snowboard freestyle, questi sono lunghi e piuttosto impegnativi. Oltre che alla normale preparazione atletica (palestra, bici, corpo libero), infatti i riders devono essere in grado di eseguire i tricks necessari per acquistare un buon punteggio nelle competizioni e negli eventi internazionali. In genere i vari tricks oggetto di valutazione da parte dei giudici sono composti da varie rotazioni su assi multipli, eseguite a 4-6 metri d’ altezza per una 20 di metri di lunghezza. Per imparare a padroneggiare tali manovre servono ovviamente anni di allenamento e perfezionamento: d’inverno sulla neve e negli snowpark e d’estate su tappeti elastici o strutture apposite chiamate “Landing Bags”, dove si salta e si atterra su un materasso gonfiabile, per evitare infortuni. Ci sono poi manovre molto difficili che solo per essere chiuse in sicurezza, necessitano di almeno 2 o 3 anni.

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